lunedì 27 giugno 2011

Google Panda? Benvenga :)

In un recente post del Tagliaerbe si parla dell'applicazione dell'aggiornamento dei criteri di indicizzazione di Google secondo i dettami del cosiddetto "Panda 2.2".

Nel post si elencano le caratteristiche dell'aggiornamento definito "mazzata":

Queste le caratteristiche comuni alla nuova “mazzata”:

Data di inizio: 15 Giugno 2011
Calo del traffico generato da Google: dal 20% al 50%, con deciso “taglio” della long tail
Tipologia dei siti colpiti: varia, dai siti medio-piccoli agli ecommerce
Paesi colpiti: vari, inclusa l’Italia!

Il secondo punto è piuttosto curioso: come è possibile che un aggiornamento di Google porti ad una diminuzione generale del traffico da Search del 20-50%?

Sarebbe un esito possibile solo se google perdesse di punto in bianco il 20-50% dei suoi utenti o comuqnue se gli stessi iniziassero a "cercare meno".

In realtà è più logico pensare che se molti siti hanno perso visitatori dai motori di ricerca altrettanti ne abbiano beneficiato dato che si suppone che su Google dal 15 giugno in poi ci siano state all'incirca lo stesso numero di ricerche con seguente click su uno dei risultati proposti dalla SERP di Google.

Ora, dato che i target a cui tende l'aggiornamento della ricerca di Google sono piuttosto espliciti (selezione dei contenuti in base alla qualità) ci sono solo due possibilità per chi ha perso traffico da metà giugno in poi:

  1. Verificare se per le keywords per cui hanno perso traffico sono stati sostituiti da contenuti di maggior qualità e nel caso milgiorare i propri.
  2. In caso contrario (contenuti di qualità peggiore che sono passati avanti) segnalare la questione a Google iniziando una amorevole disquisizione sul concetto di qualità, in questo secondo caso buona fortuna!

domenica 26 giugno 2011

People is stupid, dude!

L'idea di mettere in piedi questo ennesimo blog è nata ieri durante la lettura di un post in uno dei blog che seguo più volentieri (questo).

Alla luce di una disquisizione così dura e forse anche un pò esagerata nell conseguenze paventate non ho potuto fare a meno di pensare: vuoi vedere che nel XXI secolo, nell'epoca in cui la scuola e la famiglia hanno perso totalmente il loro ruolo di educatori e formatori, sono proprio quelli come me, che si occupano di marketing e comunicazione (commerciale), che creano in modo più efficace le Gestalt o i costrutti che definiscono la percezione del mondo nella maggior parte delle persone?

Per quanto sia avvilente una simile prospettiva credo proprio che non sia assai lontana dalla realtà.
Del resto se è la comunicazione a generare i significati è più che normale che gli stessi vadano a convergere alla lunga sui "punti di vista" proposti da chi la comunicazione la fa non per gioco o per pulsione irrefrenabile ma per lavoro, con razionale e calcolata precisione sulla base di strategie ed obiettivi definiti.

Purtroppo la definizione degli obiettivi avviene tenendo a mente un dato molto preciso: il ROI (returno on investment).

Purtroppo il ROI, per sua natura, non tiene molto in considerazione tutto ciò che non ha un valore preciso ed esprimibile in euro, dollari o al massimo in pesos, e quindi capita che ROI elevati si ottengano a scapito di danni enormi su parametri che il ROI stesso non tiene in considerazione e da qui la gran parte dei problemi che affliggono il mondo (non sto scherzando).

Per quanto una proposta di visione del mondo basata sul ROI sia alla base di grandissime CAZZATE DECISIONALI come ad esempio le dibattutissime centrali nucleari dalle scorie non gestibili o la bevanda "senza zucchero" ma cancerogena (l'elenco sarebbe potenzialmente infinito), è l'unica prospettiva valida che viene adottata sistematicamente quando c'è di mezzo il denaro, ovvero quasi sempre.

Del resto se un soggeto economico ignorasse il ROI nel prendere decisioni e nel comunicare finirebbe per fallire entro breve termine.

Mangereste in un ristorante che serve cibo macrobiotico cucinato a livelli altissimi e con porzioni abbondanti ad un prezzo da fast food?
Certamente, entro i 3 giorni in cui resta aperto dall'inaugurazione :)

Tutti i problemi sopraelencati sono, purtroppo, irrisolvibili per un motivo che viene descritto in modo estremamente efficace dal dilemma del prigionero:

due complici compiono un furto e stabiliscono che, se arrestati, nessuno dei due confesserà.

Neanche a dirlo i due vengono arrestati e la polizia li divide immediatamente, interrogandoli separatamente.

Ora, a ciascuno di essi viene offerta la possibilità di confessare o meno.
  1. se solo uno dei due confessa, chi ha confessato evita la pena; l'altro viene però condannato a 7 anni di carcere.
  2. se entrambi confessano, vengono entrambi condannati a 6 anni.
  3. se nessuno dei due confessa, entrambi vengono condannati a 1 anno.
Ora, se entrambi mantenessero la promessa iniziale, potrebbero scontare un anno ciascuno e sarebbe un compromesso più che accettabile.
Ma è possibile fidarsi dell'altro ora che sono stati arrestati?

La mancanza di fiducia data dall'impossibilità di comunicazione ora che la situazione è reale porta i prigionieri a scegliere per la possibilità che da a ciascuno il maggior profitto personale: confessare (sperando che l'altro tenga fede alla promessa ma sospettando che non lo farà).

Così facendo però ognuno condanna l'altro a 6 anni anzichè uno ed entrambi i prigionieri sono perdenti rispetto alla possibilità di non confessare e scontare un solo anno, o di uscire subito per delazione non reciproca.

Una situazione del genere capita di continuo nella gestione aziendale e nel processo di decisione d'acquisto, due ambiti cardine della società odierna, dove la mancanza di fiducia derivata da una comunicazione deviata ed insufficente genera scelte dannose per tutti.

Insomma, e gente è stupida nel peggiore dei casi oppure semplicemente non si fida.

Il compito (ma sarebbe meglio dire la responsabilità morale) di chi fa marketing e/o management al giorno d'oggi è quello di inserire nel conteggio del ROI anche dei fattori non immediatamente monetizzabili in modo da modificare gradualmente i toni e le regole della comunicazione e reinstaurare un clima di fiducia in cui la scelta "non confesso", ovvero "cerco di operare il minor danno possibile a livello globale" sia praticabile nella maggior parte delle occasioni.